venerdì 21 novembre 2014

21 novembre 2014 
3° Lezione di Mind Marketing 
a cura del prof. Corrado Corradini
presso la LABA di Torbole sul Garda

#Linguaggi collettivi e condivisi


In questa lezione di Mind Marketing ci siamo concentrati sulle emozioni nel marketing da un diverso punto di vista quello del linguaggio, parole, suoni, segni e simboli, perchè anche se non c'e ne rendiamo conto associamo ad ogni parola, suono, segno o simbolo, una diversa senzazione, colore o emozione.
Le nostre scelte quindi vengono trasportate da tre driver.


L'EGO è al centro di un rapporto energetico che sta alla base della comunicazione sottile, L'ENERGIA è la capacità di creare movimento, cioè l'EMPATIA che porta all'ESISTENZA.
Senza una delle 3 le altre 2 restano ferme e statiche.


1° ENERGIA

Cos'è che ci spinge?

Tutti i linguaggi e tutte le lingue si dividono per consonanti e per vocali, nell'alfabeto sanscrito sono 33 le lettere principali, come le 33 divinità indiane, perchè ogni lettera nell'alfabeto ha un suono e il suono ci spinge verso una direzione specifica. Ogni parola quindi connota una vibrazione specifica e quella vibrazione noi la colleghiamo ad un colore e ad una direzione.
Le parole, le azioni e le immagini sono tutti dei vettori energetici e la nostra mente collega insieme il segno con il significato, solo così la nostra mente si attiva e inizia a muoversi.

2° EMPATIA

Da che cosa è generata la nostra direzione?

Il secondo passaggio che ci spinge o meno è l'empatia verso il simbolo o il segno, senza l'empatia la nostra mente resta ferma, abbiamo bisogno di essa per avere una spinta energetica. La nostra mente quando si attiva, per prima cosa realizza l'immagine che ha davanti e subito dopo capisce se ha un empatia positiva o negativa, se viene attratta o respinta, se ci piace o non ci piace. L'empatia è alla base di tutta la pubblicità! Ma non tutte le persone hanno gli stessi valori, e quindi l'empatia sarà diversa per ogni singolo soggetto.

3° ESISTENZA

Come fanno due soggetti a comunicare se non hanno gli stessi linguaggi collettivi e condivisi?
In ogni società l'immagine viene percepita in modo diverso, e quindi in ogni società l'immagine viene realizzata in modo diverso, (driver psicolinguistici). Se i due soggetti non hanno in comune lo stesso linguaggio, automaticamente ci si capisce, e quindi non c'è l'empatia e neanche la condivisione. Se non c'è la condivisione il messaggio della comunicazione pubblicitaria non passa.


lunedì 17 novembre 2014

17 novembre 2014 


#DreamsLab - where science and technology meet


Italia, Pisa, Palazzo della Carovana della Scuola Normale Superiore di Pisa si trova DREAMSLAB = Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations. 

A capo troviamo il prof. Vincenzo Barone con un team scientifico composto da più di 30 persone e diviso in due gruppi che lavorano insieme: Dreams3D per il sistema virtuale e HPC per la chimica computazionale e il calcolo ad alte prestazioni.

Dreams3D: si occupa della visualizzazione e della manipolazione tridimensionale di dati con una simulazione che si avvicina molto alla realtà. Il nucleo di Dreams3D è la CAVE 3D, uno spazio rivestito da schermi di proiezione in cui si visualizzano le immagini tridimensionali, composto da 3 pareti di 3x3x3 metri più pavimento retroproiettati, un sistema che permette all'utente di entrare in una realtà virtuale. La particolarità di questa visualizzazione tridimensionale è una perfetta visione reale che permette di muoversi all'interno degli oggetti visualizzati, studiarli, toccarli e modificarli. 
Lo studio spazia in diversi campi, dal patrimonio culturale alla chimica, dalla chirurgia alla meccanica, dalla riabilitazione alla restaurazione.
Il gruppo HPC: ha il compito di estendere le conoscenze relative alle scienze computazionali mediante nuovi modelli tecnologici e gestisce un enorme sistema di calcolo coordinato.

DreamsLab dove la scienza e la tecnologia si incontrano!



14 novembre 2014 
2°Lezione di Mind Marketing 
a cura del prof. Corrado Corradini
presso la LABA di Torbole sul Garda



#l'emotività nel marketing


Quanto incide l'emotività nel marketing?
Ci sarà successo mille volte di desiderare qualcosa fortemente, ma quel qualcosa era troppo costoso? Ma l'emozione che ci spinge a desiderarlo riesce a farcelo vedere accessibile. Accetto l'onere pur di avere il beneficio dell'oggetto. Siamo disposti a spendere più soldi facendo precepitare il valore reale dell'oggetto stesso..
 Compriamo emozioni non l'oggetto!

Proviamo ad osservare la curva di valore dell'acquisto per capirne di più:
Più dura l’emozione nel tempo, nella nostra mente meno abbiamo speso, meno dura l’emozione, più abbiamo speso.

Quindi non esistono oggetti costosi, esistono oggetti che sanno trasmettere il loro valore. Più un prodotto crea emozioni dentro di noi, meno ai nostri occhi costerà, questo prezzo dato dall’emozione è chiamato Emotional Price: cioè il valore percepito meno il prezzo reale, e quindi nella mente del consumatore se l’emozione è fortissima il prezzo di un prodotto viene visto a poco più della metà del prezzo reale.

EMOTIONAL PRICE: VALORE PERCEPITO – PREZZO REALE

Che ci porta al

PRICE SENSIVITY: SENZASIONE DI PREZZO

Ma la base che ci guida o meno all’acquisto si chiama

INTENTION TO BUY: INTENZIONE DI COMPRARE

Se l'oggetto non emoziona non lo acquisto




Alcuni dei valori che possono determinare l’EMOTIONAL PRICE sono:

GUSTO PERSONALE
REPUTAZIONE SOCIALE
MARCA
ADVERTISING                  - FATTORI NEGATIVI = DETERMINANO IL PREZZO EMOZIONALE
PROMOZIONI 
PRESTAZIONI DEL PRODOTTO
ECC


Di conseguenza 
L’EMOTIONAL PRICE
Al momento dell’acquisto del cliente si trasforma in
PREMIUM PRICE = PREZZO PREMIO
 = Prezzo superiore a quello di mercato. È una politica di prezzo che si basa sul principio secondo il quale un prezzo più alto fa pensare che il prodotto offra una migliore qualità o comunque qualcosa in più (e cioè un “premio” al cliente).

giovedì 6 novembre 2014

31 ottobre 2014 
2°Lezione di Mind Marketing 
a cura del prof. Corrado Corradini
presso la LABA di Torbole sul Garda



#Marketing pubblicitario 



'la comunicazione è il prodotto'


Quanto incide il fattore emotivo sull’acquisto? 

Durante la seconda lezione di marketing l'argomento affrontato è stata la publicità e di come quest'ultima sia in grado di influenzare le pesone davanti allo schermo, in base alle statistiche di marketing, il 50% del target di riferimento compra un prodotto emozionale per se stesso, anche se magari deve fare dei sacrifici per averlo. Ma cosa c'è di meglio di avere una cosa bella e che pure ci emoziona?  Per vendere non basta solo  studiare un prodotto ma studiare un emozione, perchè alla fine si vende un emozione. Un'emozione è cio che guida da sempre l'uomo, non basta che il prodotto sia bello, funzionale, ergonomico, deve saper trasportare l'emozioni umane.

Un esempio?

Un esempio è quello dell'I-pod progettato da Steve Jobs, lui voleva creare e vendere qualcosa di emozionante da portare sempre con se, portarsi dietro le canzoni preferite, per ascoltarle in ogni momento della giornata, perchè la musica tocca il cuore delle persone e allora compriamo un emozione non solo un oggetto.
La #pubblicità usa lo stesso sistema, trasmette emozioni e valori tramite dei canali di comunicazioni. La comunicazione pubblicitaria trasmette dei valori palesi e nascosti, intriganti. Di solito punta sul sesso, il più potente lato pubblicitario utilizzato dalla maggior parte dei brand. E la donna è sempre presente in tutto cio... Ma di questo ne parlerò dopo.

Ma quanto vale tutto questo?





Il valore del mercato pubblicitario nel 2013 era di circa 2 miliardi di euro. Esso vale per la maggior parte dalla tv, dai quotidiani, dalla radio e internet che sono i padroni della pubblicità. Nel panorama mondiale, Internet continua ad essere il mezzo con la crescita più rapida ma rimane ancora un player di piccole dimensioni. Internet, è cresciuto del 32,4 % nel 2013 ma con una quota del 4,5% della spesa complessiva disponibile. l contrario la televisione è cresciuta solo del 4,3% , ma resta il colosso quando si tratta di spesa pubblicitaria, accaparrandosi quasi il 58 % degli investimenti del mercato. Male agli altri comparti, radio, giornali, riviste e cinema visti dall’analisi ricerca sono in netto declino.

E noi cosa siamo per la pubblicità?

Noi per la pubblicità siamo come un 'campo vuoto' ( zona in cui ci si può muovere liberamente)o come un cerchio (è il miglior campo per muoversi, esso è alla base di tutto, perchè nel cerchio ci sono tutti gli equilibri immaginabili, e nel centro di esso si trova la nostra coscienza. ) in cui essa si può muovere liberamente senza ostacoli di nessun tipo, la nostra mente per i pubblicitari è un campo vuoto.
Quindi qualsiasi cosa ascoltiamo, sentiamo, vediamo ci da un input ed esso genera movimento nella nostra mente, ci decentra e ci fa cambiare idea.

Mi piace, non mi piace, non posso, posso?

Il concetto di dualità, di mi piace e non mi piace, è alla base delle scelte dell'uomo, se scegliamo che ci piace di consuegenza seguono delle condizioni: posso? non posso?
Ed il  messaggio pubblicitario ci spinge verso una scelta. Qualisiasi cosa facciamo durante la giornata noi stiamo scegliendo! 
Siete sicuri di avere scelto? O è stata la pubblicità ad indurci? Siamo noi che scegliamo?
La vera unica scelta potrebbe essere scegliere di stare fuori dal mondo delle scelte.
Oppure dobbiamo determinare il nostro punto di scelta, perchè è da ciò che dipende la nostra libertà!



La pubblicità e la figura femminile

Riprendiamo il discorso, la pubblicità trasmette emozioni e valori tramite dei canali di comunicazioni. La comunicazione pubblicitaria trasmette dei valori palesi e nascosti, intriganti. Di solito punta sul sesso, il più potente lato pubblicitario utilizzato dalla maggior parte dei brand. E la donna è sempre presente in tutto cio... E’ provato che la figura femminile faciliti la vendita, la donna infatti viene sempre inserita negli spot per attirare l’attenzione sia dell’uomo ma anche  quello della donna. 



Nella pubblicità non c'è nulla di piu peccaminoso di un immagine che dice tutto e non dice nulla.. infatti in tutte le vie di comunicazione:


“Gli uomini agiscono, le donne appaiono.
Gli uomini guardano le donne.
Le donne guardano se stesse mentre sono guardate.
Questo determina non solamente la maggior parte delle relazioni fra uomini e donne ma 
anche il rapporto delle donne con se stesse.
L’osservatore della donna è maschile; l’osservata femminile.
Così lei si trasforma in oggetto.
Più specificatamente in oggetto di visione.”



Osserviamo 10 spot differenti, così constatiamo come la figura femminile oltre ad essere pilastro portante per le pubblicità, assuma diverse ruoli nella pubblicità: